BILANCIO DEL 2020: COSA CI LASCIA?

Questa è l’ultima settimana del 2020, un anno particolare, stressante, carico di preoccupazioni ed emozioni legate alla pandemia tuttora in corso.

Ognuno di noi lo ha vissuto diversamente. Per alcuni, probabilmente pochi, è stato un anno positivo (nascita di un figlio, soddisfazioni nel lavoro, ecc.), mentre per altri, sicuramente la maggioranza, è stato un anno da dimenticare (perdita di una persona cara, problemi di salute o di lavoro, ecc.).

In ogni caso, comunque l’abbiamo vissuto e abbiamo imparato qualcosa.

Perché è importante fare un bilancio del 2020?

Perché ci permette di vedere che cosa abbiamo fatto per noi stessi e che direzione prenderà la nostra vita. Ci fa acquisire una maggiore consapevolezza di ciò che abbiamo raggiunto e di ciò che è rimasto in sospeso.

Queste sono alcune domande che dovremmo porci e alle quali dare una risposta onesta e serena:

  • Come ho vissuto quest’anno?
  • Ho avuto momenti di felicità e soddisfazione?
  • Ho avuto momenti negativi e di difficoltà?
  • Che cosa ho fatto per me quest’anno?
  • Quali obiettivi ho raggiunto e quali non ho potuto realizzare?
Bilancio dell’anno

Anche se quest’anno non è stato facile, concentra i tuoi pensieri su quei momenti, anche se pochi, che ti hanno dato felicità, serenità e benessere.

Essere grati e ringraziare per questi momenti ci permetterà di affrontare la vita in un modo, più positivo e costruttivo.

A chiusura del 2020, vi invito a leggere questa bella poesia di Mahatma Gandhi, “Prendi un sorriso”, ricca di speranza, emozioni, ottimismo e bontà; un invito a vivere una vita più autentica, fatta di piccoli gesti che ingigantiscono la nostra anima.

Prendi un sorriso,
regalalo a chi non l’ha mai avuto.
Prendi un raggio di sole,
fallo volare là dove regna la notte.
Scopri una sorgente,
fa bagnare chi vive nel fango.
Prendi una lacrima,
posala sul volto di chi non ha pianto.
Prendi il coraggio,
mettilo nell’animo di chi non sa lottare.
Scopri la vita,
raccontala a chi non sa capirla.
Prendi la speranza,
e vivi nella sua luce.
Prendi la bontà,
e donala a chi non sa donare.
Scopri l’amore,
e fallo conoscere al mondo.

(Mahatma Gandhi)

Tanti Cari Auguri per un Felice 2021.

Dott.ssa Vanesa Rojas

L’ANSIA NEI BAMBINI E IL RUOLO DEI GENITORI

Essere genitori di un bambino ansioso non è un compito facile. Quando il bambino è ansioso al punto da non riuscire a godersi alcuni aspetti della vita, molti genitori cercano di fare qualcosa per aiutarlo, ma tutte le strategie che provano non sembrano funzionare.

Anzi, spesso le soluzioni tentate sembrano farli peggiorare, inoltre la maggior parte dei genitori pensa che i loro figli supereranno l’ansia “semplicemente crescendo”, mantenendo così questa sofferenza per molto tempo prima di scoprire che si può fare qualcosa di terapeutico.

L’ansia è un un’emozione normale, sana e necessaria che tutti proviamo. Serve per aiutarci a sopravvivere, mantenere la sicurezza e comportarci nel modo più appropriato nelle situazioni di pericolo. Questo tipo di ansia definita “motivata”, rappresenta un’adeguata risposta tipo “attacco/fuga” di fronte ad un pericolo reale; ossia combattere il pericolo o scappare da esso.

L’ansia diventa patologica quando si manifesta in assenza di pericoli reali, cioè quando non c’è alcuna necessità di attaccare o fuggire.

L’ansia patologica o immotivata include tre aspetti:

  • fisici (batticuore, mal di stomaco, sudorazione, ecc.),
  • cognitivi (pensieri negativi catastrofici),
  • comportamentali (evitamento).

I bambini ansiosi percepiscono il mondo come un posto pericoloso (fisicamente, emotivamente e socialmente) e possono essere diventati ansiosi per situazioni vissute (traumi) oppure influenzati da genitori o altri adulti ansiosi.

I bambini ansiosi tendono a fare due errori nel loro modo di pensare:

  • sopravvalutano la probabilità dell’avverarsi di un evento spiacevole,
  • sopravvalutano la gravità delle conseguenze che ci saranno, se l’evento si verificasse.

Ciò che può farli sentire rapidamente meglio è tenerli lontani dalle situazioni che li rendono ansiosi. Però, così facendo, imparano che il modo per sentirsi meglio è evitare le situazioni che potrebbero provocare attacchi di ansia, ciò li porterà a evitare sempre di più e a creare un circolo vizioso. Questo tipo di comportamento, in realtà, nel tempo alimenta l’ansia.

I genitori si sentono tra due poli apparentemente opposti: da una parte avvertono il bisogno di rassicurare il figlio e di aiutarlo a sperimentare meno ansia possibile; ma, d’altra parte, si rendono conto che rassicurandolo o adattandosi alla sua ansia, non riusciranno mai a promuovere la sua autonomia.

Per molti genitori le spinte opposte di questi due poli portano ad una fluttuazione continua tra iperprotezione e le richieste eccessive.

La migliore risposta che i genitori possano dare alle ansie dei bambini è una combinazione di accettazione e legittimazione delle stesse, unite alla convinzione che i loro figli siano capaci di sopportare un’ansia leggermente maggiore di quella finora provata.

Contatta la dott.ssa Vanesa Rojas al 339-250.9358

NEWS!

DUE EVENTI IN SPAGNOLO. DOS EVENTOS EN ESPANOL.

Webinar en espanol. Los esperamos!

VIERNES 11 DE DICIEMBRE

SABADO 12 DE DICIEMBRE

Contatta la dott.ssa Vanesa Rojas al 339-250.9358