DISTORSIONI COGNITIVE: ERRORI DEL PENSIERO

Cosa sono le distorsioni cognitive e come ci influenzano? Le distorsioni cognitive sono interpretazioni errate della realtà che portano l’individuo a percepire il mondo in modo non oggettivo e disfunzionale. Appaiono sotto forma di pensieri automatici e innescano emozioni negative che portano a comportamenti indesiderati o disadattivi. Alcune persone sono più inclini alle distorsioni cognitive rispetto ad altre.

Ogni persona interpreta il mondo attraverso una prospettiva diversa, tuttavia, abbiamo credenze comuni e siamo in grado tendenzialmente di avvertire quando qualcuno sta sviluppando comportamenti disadattivi o ha una percezione errata della realtà.

Una delle cause delle distorsioni cognitive è che si può imparare a interpretare male la realtà. Fin dall’infanzia costruiamo schemi che ci aiutano a capire come funziona il mondo. Per esempio, se iniziamo a dare per certo che ogni volta che qualcuno ride è perché ci prende in giro, probabilmente questa convinzione resterà per sempre con noi.

Le caratteristiche delle distorsioni cognitive sono spesso espresse in termini di imperativi categorici: “devo…” e sono vissuti come spontanei perché compaiono improvvisamente nella mente senza alcun innesco apparente. Sono messaggi brevi, specifici e discreti e sono spesso presentati sotto forma di un’immagine visiva. Tendono ad essere drammatici e catastrofici e sono difficili da ignorare.

Ecco alcuni errori di distorsioni cognitive

Sovra Generalizzazione: A seguito di un caso isolato generalizzare una conclusione valida per tutto. Per esempio: “Mario non mi ha scritto, la gente si dimentica sempre di me.”

Astrazione Selettiva: Concentrarsi in modalità “visione a tunnel” solo su alcuni aspetti, solitamente negativi e inquietanti, di una circostanza o di una persona, escludendo il resto delle altre caratteristiche e ignorando gli aspetti positivi. Per esempio: “Ho messo troppo sale nella pasta, sono un cuoco orribile.”

Inferenza Arbitraria: Trarre conclusioni in mancanza di prove sufficienti. Per esempio: “Ho visto Mario per strada e non mi ha guardato. Secondo me non voleva salutarmi” Invece, probabilmente Mario non ti aveva visto perché era soprappensiero.

Fallacia della Ricompensa Divina: Pensare che i problemi si risolveranno da soli senza assumere un atteggiamento propositivo. Per esempio: “Il mio capo mi sta sfruttando e maltrattando, ma io sono tranquillo perché il tempo metterà tutto a posto”.

Lettura del pensiero: Presumere le intenzioni o le cognizioni degli altri. Per esempio: “Vado chiedere a Mario se mi presta un cacciavite, però so già che mi risponderà di no”.

L’errore dell’Indovino: Credere di sapere come sarà il futuro e agire di conseguenza. Per esempio: “Non andrò a quel colloquio di lavoro perché so che non mi assumeranno”.

Personalizzazione: Supponiamo che tutto ciò che le persone fanno o dicono abbia a che fare direttamente con noi stessi. Esempio: “Gianna ha una brutta espressione, deve essere arrabbiata con me.”

Cosa possiamo fare?  Alcuni Esercizi:

  • Imparare a identificare le distorsioni cognitive, cioè a riflettere sui propri pensieri e registrarli per esserne più consapevoli. Un diario può essere un buono strumento per esplorare queste deviazioni dal processo di ragionamento.
  • Farsi delle domande. Anche se non siamo abituati, è possibile acquisire l’abitudine di mettere in discussione le nostre opinioni per rilevare possibili distorsioni cognitive.
  • Cercare di considerare il punto di vista degli altri: ascoltare e valutare quanto gli altri ci dicono ci renderà meno propensi a commettere errori.
  • Sviluppare un pensiero critico: pensare in modo più analitico, vedere le situazioni in modo olistico senza essere fuorviato dai dati più semplici e ovvi. Cercare i pro ed i contro prima di prendere una decisione o affrontare una sfida.

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LE ABILITÀ SOCIALI NEI BAMBINI

Poniamoci una semplice domanda: “Come imparano davvero i nostri piccoli?”.

Secondo molti studi sulla psicologia sociale ed in particolare quelli di Albert Bandura, i bambini sviluppano la maggior parte del loro apprendimento attraverso l’osservazione, l’imitazione e l’interazione continua.

Le abilità sociali sono un insieme di comportamenti che ci consentono di stabilire relazioni appropriate con gli altri e risolvere i conflitti. Queste abilità iniziano a svilupparsi fin dalla prima infanzia, grazie alle relazioni che i bambini instaurano con le persone che si prendono cura di loro e continueranno durante lo sviluppo in base alle esperienze che hanno con i loro coetanei.

I bambini sono carichi di emozioni, sentimenti, idee e percezioni soggettive che influenzeranno i loro comportamenti nelle interazioni con gli altri. 

Molte sono le capacità che compongono le abilità sociali nei bambini, tra queste troviamo:

  • Risoluzione dei conflitti;
  • Autocontrollo emotivo;
  • Assertività;
  • Comunicazione;
  • Cooperazione;
  • Empatia.

Fin dalla nascita la famiglia (genitori, fratelli, nonni, zii, cugini, ecc.) sarà il contesto di riferimento, dove i bambini impareranno a sviluppare le loro capacità sociali.

L’importanza delle abilità sociali risiede nell’adattamento del bambino ai diversi ambienti in cui opera: scuola, famiglia, gruppo di coetanei, ecc. Tutte queste capacità sono importanti, tuttavia, due di esse sono particolarmente rilevanti: l’empatia e l’assertività.

L‘empatia è la capacità di porsi nel punto di vista di un’altra persona e agire secondo i sentimenti dell’altro. Richiede un’adeguata comprensione emotiva ed è la chiave del successo nelle prestazioni sociali.

L’assertività è la capacità di difendere i propri diritti e interessi senza danneggiare quelli degli altri. Empatia e assertività vanno di pari passo e trovare l’equilibrio tra entrambe è essenziale per risolvere con successo i conflitti sociali che sorgono nel corso della vita.

Il modo in cui i bambini si relazionano con i loro coetanei nei primi anni di vita è fondamentale per il loro sviluppo e adattamento. Per questo motivo è molto importante che i bambini riescano a sviluppare abilità sociali, necessarie per condurre una vita armoniosa e appagante con gli altri.

Fin dalla nascita le persone cercano di relazionarsi e creare legami affettivi, che saranno la base per acquisire tutte quelle abilità che li definiranno adulti. L’influenza di altre persone e le esperienze vissute in diverse situazioni sociali, li aiuteranno a sviluppare quei legami. Questo è noto come processo interattivo.

I bambini iniziano a sentire il bisogno di relazionarsi con gli altri a partire dai tre anni; però fino ai sei anni, queste relazioni non sono ancora forti e non sono in grado di generare legami stretti o permanenti.

Quando i bambini raggiungono l’età di nove anni, queste relazioni si rafforzano permettendo loro di formare gruppi più stabili e di rafforzare i legami emotivi. La scuola è un luogo vitale per il corretto sviluppo evolutivo dei bambini, sia cognitivamente che socialmente.

Il passaggio attraverso la scuola segna il carattere e la formazione della personalità di ogni bambino. Ci sono molti casi in cui il bambino non vive in un ambiente stabile e strutturato. In questi casi, la scuola diventa uno strumento indispensabile per costruire una personalità adeguata al raggiungimento della vita adulta.

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