LO STRESS GENITORIALE: cos’è e come gestirlo?

La vita genitoriale è un’esperienza meravigliosa e gratificante, ma può essere anche molto stressante. Lo stress genitoriale si riferisce ai sentimenti di ansia, esaurimento e insoddisfazione associati al ruolo di genitore. Può derivare da molteplici fattori come la gestione dei bisogni dei bambini, la conciliazione tra lavoro e vita privata, le aspettative sociali e la pressione che i genitori si auto-impongono.

Sappiamo che lo stress genitoriale scatena il peggio di noi. Quando perdiamo la pazienza e lasciamo che la frustrazione e la rabbia prendano il sopravvento, di solito ci pentiamo perché sappiamo dalla nostra stessa esperienza che momenti come questi possono influenzare un bambino in maniera negativa.

Rimanere ancorati a un problema non ci permette di lasciarlo andare e provoca sensi di colpa, malinconia, impotenza e disperazione. Questo è uno dei motivi per cui al giorno d’oggi proliferano le malattie legate allo stress.

Il maestro spirituale E. Tolle spiega che le persone possono rimanere totalmente assorbiti dai pensieri e che, se ripetono uno stesso pensiero più volte e più volte, finiscono per credere che sia vero. Secondo una sua stima, il 90% dei nostri pensieri sono inutili.

Permetterci di riconoscere questo stress ci può evitare di entrare in “modalità sopravvivenza” quando non siamo in presenza di una reale minaccia. Se impariamo a fare questo, possiamo diventare consapevoli delle nostre risposte come genitori anziché reagire d’istinto. In pratica, possiamo scegliere come rispondere e agire.

Lo stress genitoriale è un concetto multifattoriale che coinvolge aspetti psicologici, sociali ed economici. La teoria dello stress genitoriale suggerisce che lo stress è influenzato da vari fattori, tra cui le caratteristiche del genitore (come l’autostima e le capacità di coping), le caratteristiche del bambino (come il temperamento e i bisogni speciali) e il contesto sociale (come il supporto sociale e le aspettative culturali).

Alcuni teorici suggeriscono che lo stress genitoriale possa essere influenzato anche dalle aspettative e dai modelli di ruolo che i genitori hanno interiorizzato durante la propria infanzia. Ad esempio, un genitore che è cresciuto in un ambiente altamente critico potrebbe avere aspettative irrealistiche per sé stesso come genitore e quindi sentirsi stressato quando non riesce a soddisfare queste aspettative.

Il Ruolo del Genere nello Stress Genitoriale

Il genere gioca un ruolo significativo nello stress genitoriale. Tradizionalmente, alle donne è stato assegnato il ruolo di principali caregiver, con aspettative sociali e culturali che le spingono a occuparsi della maggior parte delle responsabilità genitoriali. Questo può portare a un livello più elevato di stress nelle madri rispetto ai padri. Inoltre, le madri spesso sperimentano il cosiddetto “carico mentale”, che include il peso di ricordare e organizzare la maggior parte delle attività legate ai figli e alla gestione della casa. D’altra parte, i padri possono sperimentare stress associato alla pressione di essere il “fornitore” finanziario della famiglia e al desiderio di essere coinvolti nella vita dei loro figli, nonostante le richieste del lavoro.

Strategie di Coping e Risorse di Supporto

La gestione dello stress genitoriale richiede l’adozione di strategie di coping efficaci e l’accesso a risorse di supporto adeguate. Alcune strategie di coping utili includono il prendersi del tempo per sé stessi, fare sport regolarmente, mantenere una dieta equilibrata e dormire a sufficienza. Inoltre, è importante cercare il supporto di amici, familiari o gruppi di supporto per genitori.

L’Impatto dello Stress Genitoriale sui Bambini

Lo stress genitoriale può avere un impatto significativo sul benessere psicologico e sullo sviluppo dei bambini. I genitori stressati possono avere difficoltà a rispondere in modo sensibile e attento ai bisogni dei loro figli, il che può portare a una maggiore insicurezza e ansia nei bambini. Inoltre, lo stress genitoriale può portare a un aumento della disciplina punitiva, che può avere effetti negativi sul comportamento e sullo sviluppo emotivo dei bambini. È anche importante notare che i bambini sono molto sensibili allo stress dei genitori e possono internalizzare questo stress, il che può portare a problemi come l’ansia, la depressione e i problemi comportamentali.

BIBLIOGRAFIA

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3. Deater-Deckard, K. (2008). Parenting stress. New Haven, CT: Yale University Press.

4. Marcone, R., & Affuso, G. (2003). Stress e funzioni genitoriali. Milano: Franco Angeli.

5. Di Nuovo, S., & Buono, S. (2004). Stress e risorse nella genitorialità. Torino: Centro Scientifico Editore.

6. Pippa, M., & Bottino, M. (2015). La gestione dello stress genitoriale: strategie di intervento. Roma: Carocci Editore.

7. Bogels S. & Cinotti N. (2020) Mindful parenting. Per costruire una relazione consapevole con i nostri figli. Cremona:Enrico Damiani Editore.

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I MANDATI FAMIGLIARI E LA LORO IMPORTANZA IN PSICOLOGIA

In psicologia, uno dei concetti più influenti, ma spesso trascurati, è quello dei mandati famigliari, cioè quegli “ordini invisibili”, trasmessi da generazione a generazione, che possono avere un impatto significativo sul comportamento e sul benessere emotivo di un individuo.

Definizione di Mandati Famigliari

I mandati famigliari sono fondamentalmente messaggi o ordini che vengono passati all’interno di una famiglia. Possono essere espliciti, come le aspettative espresse dai genitori sui figli, o impliciti, incorporati in comportamenti e atteggiamenti quotidiani. Questi sono alcuni esempi di mandati famigliari: “devi essere sempre il migliore”, “non devi mostrare le tue emozioni” o “devi mantenere sempre la pace”.

L’Impatto dei Mandati Famigliari sulla Psiche

Gli effetti di questi mandati possono essere profondi e influenzare le decisioni di un individuo, plasmare la sua personalità e determinare le sue relazioni con gli altri. Ad esempio, un mandato famigliare che insiste sulla perfezione può portare una persona a soffrire di ansia da prestazione o a sviluppare una paura eccessiva del fallimento.

Numerosi studi hanno collegato i mandati famigliari a una varietà di disturbi psicologici e hanno trovato un’associazione significativa tra mandati famigliari disfunzionali e sintomi di depressione e di ansia.

Riconoscere e affrontare i mandati famigliari è un componente fondamentale della psicologia. Infatti, lo psicologo aiuta l’individuo a identificare i mandati famigliari che potrebbero essere alla base dei suoi problemi attuali. Questo può comportare la discussione delle esperienze infantili del cliente, l’osservazione dei suoi schemi di pensiero e comportamento e la creazione di connessioni tra questi fattori e i mandati famigliari riconosciuti.

La Terapia Familiare Sistemica, per esempio, mira a cambiare i mandati famigliari disfunzionali attraverso la ristrutturazione delle interazioni familiari, mentre la Terapia Cognitivo-Comportamentale, può aiutare l’individuo a riconoscere e cambiare i pensieri e i comportamenti negativi derivanti dai mandati famigliari.

Gli interventi per affrontare i mandati famigliari possono avvenire su diversi livelli, quali:

Terapia Individuale

In un contesto individuale, lo psicologo può lavorare con il paziente per aiutarlo a riconoscere e comprendere i mandati famigliari che potrebbero influenzare il suo comportamento, i suoi sentimenti e le sue relazioni. Questo può comportare l’esplorazione delle esperienze passate del paziente, l’identificazione di schemi di pensiero e comportamento ricorrenti, e la creazione di collegamenti tra queste dinamiche e i mandati famigliari.

Una volta identificati i mandati famigliari, lo psicologo può aiutare il paziente a sfidarli o a modificarli. Questo potrebbe includere l’uso di tecniche cognitive per aiutare il paziente a riconoscere e modificare i pensieri disfunzionali, l’apprendimento di nuove abilità di problem-solving o di coping, e la promozione di cambiamenti positivi nel comportamento e nelle relazioni del paziente.

Terapia Familiare

Nel contesto della terapia familiare, l’intervento può essere più diretto. Lo psicologo può lavorare con l’intera famiglia per identificare i mandati famigliari che potrebbero avere un impatto negativo sui membri della famiglia e sulle loro relazioni. Questo comporta l’osservazione delle interazioni familiari, la facilitazione della comunicazione aperta e onesta tra i membri della famiglia, l’aiuto nel riconoscimento dei modelli disfunzionali, la ristrutturazione delle interazioni familiari, il sostegno alla famiglia nel creare nuovi modelli di comunicazione e comportamento e l’incoraggiamento alla famiglia nello stabilire nuovi mandati più sani e costruttivi.

Terapia di Gruppo

La terapia di gruppo può anche essere utile per affrontare i mandati famigliari. In un gruppo, i partecipanti possono condividere le loro esperienze, offrire e ricevere supporto, e apprendere nuove strategie di coping e problem-solving. Lo psicologo ha il compito di facilitare queste discussioni, offrendo input e feedback, e guidando il gruppo verso la comprensione e la modifica dei mandati famigliari.

In sintesi, l’intervento dello psicologo per affrontare i mandati famigliari può assumere molte forme e dipende dalle specifiche esigenze e circostanze del paziente o della famiglia. Tuttavia, l’obiettivo fondamentale è sempre lo stesso: aiutare le persone a riconoscere e cambiare i mandati famigliari che possono avere un impatto negativo sulla loro vita, promuovendo così il benessere e la salute mentale.

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L’IMPORTANZA E I BENEFICI DELLA TERAPIA FAMILIARE

Una chiave per il benessere di tutti i membri della famiglia

INTRODUZIONE

La terapia familiare è un approccio terapeutico che si concentra sulle dinamiche e sulle interazioni tra i membri di una famiglia, al fine di favorire il benessere e la crescita di ogni individuo all’interno del sistema familiare. In questo articolo, esploreremo l’importanza della terapia familiare e i suoi numerosi benefici per i membri della famiglia, sia individualmente che nel loro insieme.

1. MIGLIORAMENTO DELLE RELAZIONI FAMILIARI

Uno degli obiettivi principali della terapia familiare è quello di migliorare le relazioni tra i membri della famiglia. Attraverso il dialogo e la comprensione delle dinamiche familiari, il terapeuta aiuta i membri a sviluppare una comunicazione più efficace, a risolvere i conflitti e a costruire relazioni più solide e sane.

2. SVILUPPO DI ABILITÀ DI PROBLEM-SOLVING

La terapia familiare aiuta i membri a sviluppare abilità di problem-solving, insegnando loro come affrontare e risolvere i problemi in modo costruttivo. Questo può portare a una migliore gestione dello stress e a una maggiore resilienza di fronte alle difficoltà della vita.

3. GESTIONE DI PROBLEMI SPECIFICI

La terapia familiare può essere particolarmente utile nel trattare problemi specifici come  dipendenze, traumi, problemi comportamentali e difficoltà scolastiche. In questi casi, il terapeuta lavora con la famiglia per sviluppare strategie efficaci per affrontare e superare tali sfide.

4. RAFFORZAMENTO DELL’AUTOSTIMA E DEL SOSTEGNO EMOTIVO

La terapia familiare può contribuire a rafforzare l’autostima e il sostegno emotivo tra i membri della famiglia. Quando i membri si sentono sostenuti e valorizzati all’interno della famiglia, è più probabile che abbiano successo nel raggiungimento dei loro obiettivi e nel superamento delle difficoltà personali.

5. PROMOZIONE DELLA CRESCITA INDIVIDUALE E DEL CAMBIAMENTO

La terapia familiare incoraggia la crescita individuale e il cambiamento, permettendo ai membri di acquisire una migliore comprensione di sé e degli altri. Inoltre, il terapeuta aiuta i membri a sviluppare strategie per gestire i cambiamenti all’interno della famiglia, come l’arrivo di un nuovo membro, una separazione o un lutto.

CONCLUSIONE

In conclusione, la terapia familiare è uno strumento prezioso per migliorare la qualità delle relazioni e il benessere di tutti i membri della famiglia. Attraverso il lavoro con un terapeuta esperto, le famiglie possono imparare a comunicare in modo più efficace, sviluppare abilità di problem-solving e affrontare sfide specifiche, il tutto mentre rafforzano l’autostima e il sostegno emotivo.

BIBLIOGRAFIA

1. Minuchin, S. (1974). Families and Family Therapy. Harvard University Press.

2.Nichols, M. P., & Schwartz, R. C. (2017). Family Therapy: Concepts and Methods. Pearson.

3. Bowen, M. (1978). Family Therapy in Clinical Practice. Jason Aronson.

4. Carr, A. (2019). Family Therapy: 100 Key Points and Techniques. Routledge.

5. Haley, J. (2012). Problem-Solving Therapy. Jossey-Bass.

6. Imber-Black, E., & Roberts, J. (2003). Rituals in Families and Family Therapy. W. W. Norton & Company.

7. Gurman, A. S., & Kniskern, D. P. (Eds.). (2014). Handbook of Family Therapy. Routledge.

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ATTACCAMENTO TRA GENITORI E FIGLI

L’attaccamento tra genitori e figli si riferisce alla forte connessione emotiva che si sviluppa tra un bambino e i suoi genitori durante i primi anni di vita. Questa connessione si basa sulla capacità del bambino di affidarsi ai suoi genitori per le proprie necessità di base, come il cibo, la protezione e l’affetto.

Secondo la teoria dell’attaccamento di John Bowlby, l’attaccamento è un bisogno primario e innato dell’essere umano e rappresenta una necessità biologica per la sopravvivenza. Bowlby sostiene che l’attaccamento si sviluppa attraverso una serie di fasi, dalle prime esperienze di contatto fisico con la madre dopo la nascita, all’esplorazione dell’ambiente circostante da parte del bambino.

ATTACCAMENTO TRA GENITORI E FIGLI

Bowlby credeva che la relazione di attaccamento tra un bambino ed i suoi genitori fosse un modello per le future relazioni interpersonali dell’individuo.

Gli studiosi dell’attaccamento hanno identificato quattro tipi principali di attaccamento:

  • Attaccamento sicuro:Il bambino si sente a proprio agio con i genitori che utilizza come punto di riferimento sicuro per esplorare l’ambiente circostante.
  • Attaccamento insicuro-evitante: Il bambino sembra non interessarsi molto alla presenza dei genitori e non cerca il loro conforto o la loro protezione.
  • Attaccamento insicuro-ambivalente: Il bambino sembra confuso e preoccupato per la presenza dei genitori, cerca il loro conforto ma non riesce a calmarsi.
  • Attaccamento insicuro-disorganizzato: Il bambino sembra non avere una strategia coerente per gestire la presenza dei genitori e può apparire confuso o spaventato.

La ricerca ha dimostrato che l’attaccamento sicuro è associato a una maggiore sicurezza emotiva, una maggiore autostima e una maggiore capacità di stabilire relazioni intime e soddisfacenti nell’età adulta. Al contrario, i bambini con un attaccamento insicuro possono sviluppare problemi comportamentali, emotivi e relazionali, tra cui l’ansia, la depressione e la difficoltà a costruire relazioni significative.

L’attaccamento sicuro si sviluppa quando il bambino ha fiducia che il suo genitore risponderà alle sue esigenze in modo coerente e affidabile. In altre parole, quando il bambino piange o manifesta necessità, se il genitore risponde prontamente e con attenzione, il bambino si sentirà rassicurato e sicuro. Al contrario, se il genitore non risponde o risponde in modo inadeguato, il bambino può sentirsi insicuro o ansioso.

La maggior parte dei bambini sviluppa un attaccamento sicuro, ma circa il 20% dei bambini sviluppa un attaccamento insicuro e la maggior parte di questi hanno un attaccamento insicuro-evitante.

I bambini con un attaccamento sicuro sviluppano una maggiore autostima e una maggiore sicurezza emotiva, e sono più in grado di esplorare il mondo intorno a loro in modo indipendente. D’altra parte, i bambini con un attaccamento insicuro possono sviluppare problemi di comportamento e relazionali, che possono persistere anche in età adulta.

In sintesi, l’attaccamento tra genitori e figli è un aspetto fondamentale dello sviluppo infantile e può influenzare la salute emotiva e relazionale del bambino a lungo termine. È importante per i genitori creare un ambiente sicuro, prevedibile e amorevole per i loro figli, in modo che possano sviluppare un attaccamento sicuro e stabile.

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Bibliografia

L’attaccamento. La relazione fondamentale nella vita del bambino” di Fabio Scacciati. Il libro si concentra sulla teoria dell’attaccamento di Bowlby e sul suo impatto sullo sviluppo infantile.

L’attaccamento. Come costruire una relazione sicura con il tuo bambino” di Mary Ainsworth e Mary Main. Questo libro presenta la teoria dell’attaccamento e le quattro categorie principali di attaccamento, fornendo anche suggerimenti pratici per i genitori su come costruire un attaccamento sicuro con il proprio bambino.

Il bambino e il suo mondo interno. Riflessioni sull’attaccamento e la relazione di cura” di Selma Fraiberg. Questo libro esplora la relazione tra l’attaccamento e la formazione dell’identità del bambino, offrendo una guida pratica per i genitori e i professionisti della salute mentale.

IMPARARE A LASCIAR ANDARE

Lasciar andare implica non continuare a desiderare quello che vogliamo ottenere e non rimanere legati a quello che già abbiamo, o semplicemente a quel che pensiamo di dover avere. Lasciar andare significa anche non rimanere ancorati a quel che odiamo, a quello verso cui proviamo una fortissima avversione“. J. Kabat Zinn

Lasciar andare è un processo naturale della vita. Tuttavia, è complesso ed è uno di quelli che ci causa più sofferenza. 
Quante cose hai dovuto lasciar andare nella tua vita? Sono molte le situazioni in cui possiamo trovarci a dover lasciar andare qualcosa:

  • Rompere una relazione,
  • Perdere una persona cara,
  • Cambiare abitudini,
  • Cambiare lavoro,
  • Lasciare il nostro luogo di residenza.

Spesso ci aggrappiamo a persone, cose o situazioni per paura di perderle, per non sentire dolore o tristezza nel momento del distacco. Abbiamo paura di cambiare, di far entrare il nuovo, per paura di lasciare andare il vecchio. Infatti, spesso abbiamo difficoltà a staccarci da ricordi, persone, situazioni che hanno significato molto per noi oppure che ci hanno fatto del male. Oppure, ci hanno fatto passare dei bei momenti, ma non fanno più parte della nostra vita.  

Per iniziare a lasciare andare bisogna comprendere e accettare che le cose sono andate in un certo verso e che non possiamo cambiarle, una volta fatto ciò, siamo pronti a lasciare andare ciò che ci legava al passato.

Lasciar andare, non è legato esclusivamente al dolore, alla perdita o alla sofferenza, anzi può rappresentare un’opportunità di apprendimento e di crescita personale. 

La vita, in sostanza, è un continuo fluire dove nulla rimane statico, tutti facciamo parte di continui cambiamenti.

Perché non lasciamo andare? Tra i principali motivi per cui ci aggrappiamo al passato, troviamo:

  • La paura del cambiamento e dell’ignoto, che pensiamo possa essere molto negativo o difficile da gestire,
  • Non vogliamo perdere qualcosa che ci piace e che ci dà piacere,
  • Siamo molto rigidi e questa rigidità ci dà, a torto, il senso di controllo e potere,
  • Un sentimento di forte attaccamento, esagerato e negativo, che trasciniamo dalla nostra infanzia e vissuto da quando eravamo piccoli,
  • Una bassa autostima che ci blocca, anche di fronte al negativo.

Per lasciar andare il passato, bisogna imparare a vivere il presente, il qui e l’ora, fissando l’attenzione su tutto quello che si fa in ogni momento.

Per lasciar andare qualsiasi persona, situazione o cosa, è importante scoprire quali vantaggi secondari otteniamo rimanendo in quella posizione e quali credenze e pensieri sbagliati abbiamo al riguardo.

Una volta che li abbiamo scoperti, possiamo fare i cambiamenti necessari.

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IL PARENT TRAINING: DIVENTARE GENITORI EFFICACI

Il parent training, in psicologia, è un intervento che ha come obiettivo principale quello di aiutare i genitori a sviluppare abilità e competenze nella gestione dei comportamenti dei loro figli, al fine di migliorare la qualità della vita familiare e delle relazioni genitore-figlio.

Il parent training è un intervento centrato sul genitore e si basa sul presupposto che i genitori siano i primi educatori e influencer nella vita dei loro figli. In questo senso, il parent training si concentra sulla formazione e sul sostegno dei genitori, piuttosto che sul trattamento diretto del bambino.

Durante il parent training, i genitori imparano tecniche di gestione dei comportamenti che incoraggiano lo sviluppo di comportamenti positivi e abilità sociali nei loro figli. Queste tecniche includono la comunicazione efficace, la risoluzione dei conflitti, la disciplina positiva e la promozione delle abilità sociali e di autocontrollo.

Il parent training può essere personalizzato in base alle esigenze specifiche della famiglia e dei problemi comportamentali dei loro figli.

Il parent training solitamente prevede incontri di gruppo o sessioni individuali con uno psicologo, durante i quali i genitori apprendono tecniche di comunicazione efficace per la risoluzione dei problemi e la disciplina positiva. L’obiettivo è quello di fornire ai genitori gli strumenti necessari per gestire i comportamenti problematici dei loro figli in modo costruttivo e aiutare i bambini a sviluppare competenze sociali e di autocontrollo.

Famiglia e Parent Training

Il parent training può essere utilizzato per trattare una vasta gamma di problemi comportamentali nei bambini, come:

Comportamenti oppositivi e disobbedienti: il parent training può aiutare i genitori a gestire comportamenti difficili come la ribellione, la negatività e la disobbedienza nei bambini.

Problemi di disciplina (aggressività e capricci): i genitori possono imparare tecniche efficaci di disciplina e di risoluzione dei conflitti per gestire i comportamenti indesiderati dei loro figli.

Difficoltà nell’apprendimento: il parent training può aiutare i genitori a supportare i loro figli nell’apprendimento scolastico e nell’affrontare eventuali difficoltà come l’iperattività e la disattenzione.

Problemi di comportamento nei disturbi dello spettro autistico: il parent training può aiutare i genitori a comprendere e gestire i comportamenti associati ai disturbi dello spettro autistico.

Ansia e depressione: il parent training può aiutare i genitori a identificare e gestire l’ansia e la depressione nei loro figli.

Problemi di comportamento associati all’abuso di sostanze: Il parent training può aiutare i genitori a prevenire e gestire l’uso di sostanze stupefacenti da parte dei loro figli.

Disturbi del comportamento alimentare: il parent training può essere un utile strumento per aiutare i genitori a gestire i problemi alimentari dei loro figli, come l’anoressia, la bulimia e l’obesità.

Il parent training è un approccio efficace per affrontare questi problemi e migliorare la relazione genitore-figlio, la comunicazione e la qualità della vita familiare.

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LUTTO E SEPARAZIONI NELLA VITA DEI BAMBINI E DEGLI ADOLESCENTI

Il lutto e la separazione sono eventi difficili da affrontare per tutti, ma possono essere particolarmente traumatici per i bambini e per gli adolescenti.

In caso di lutto o separazioni, i bambini e gli adolescenti possono sperimentare una vasta gamma di emozioni negative come: tristezza, ansia, colpa, rabbia e senso di perdita. Questi sentimenti possono influire negativamente sul loro benessere emotivo e psicologico, compromettendo la loro capacità di affrontare le sfide quotidiane e di sviluppare relazioni sane.

Ecco alcuni consigli per aiutare i bambini e gli adolescenti a gestire il lutto e le separazioni.

Siate onesti: I bambini e gli adolescenti hanno bisogno di sapere cosa sta accadendo e di avere informazioni affidabili.

Siate disponibili: Fornite loro un supporto emotivo e fisico. Ascoltateli e rispondete alle loro domande.

Validate i loro sentimenti: Riconoscete i loro sentimenti e fate loro sapere che è normale sentirsi tristi, arrabbiati o confusi in queste situazioni.

Mantenete una routine: La routine aiuta a dare stabilità e sicurezza ai bambini e agli adolescenti.

Coinvolgeteli in attività che li facciano sentire positivi: Aiutateli a concentrarsi su cose che li fanno sentire felici e positivi.

Fornite loro opportunità per esprimersi: Incoraggiateli a parlare delle loro emozioni o a scrivere o disegnare i loro sentimenti.

Considerate l’aiuto professionale: Se i bambini o gli adolescenti stanno avendo difficoltà a gestire il lutto o la separazione, considerate l’idea di rivolgervi a un professionista della salute mentale, che sarà in grado di fornire supporto e consigli specifici per la situazione unica di ogni bambino o adolescente.

Lo psicologo può aiutare i giovani a elaborare il loro lutto e a gestire le loro emozioni attraverso la terapia. Questo può comportare la rielaborazione dei ricordi del defunto o delle circostanze della separazione, l’identificazione delle fonti di stress e dei pensieri negativi e la costruzione di nuove strategie di coping.

Inoltre, lo psicologo può fornire supporto ai genitori nella gestione delle difficoltà che possono sorgere durante una separazione o un lutto. Questo può includere la mediazione nella comunicazione tra i genitori, l’aiuto nella gestione dei conflitti e dei problemi pratici, e la consulenza per il supporto emozionale dei figli.

In generale, il supporto psicologico può aiutare i giovani a superare il lutto e a sviluppare una prospettiva più positiva, migliorando la loro capacità di affrontare le sfide future e di costruire relazioni sane e positive.

Ricordate che ogni bambino o adolescente reagirà in modo diverso e che il supporto che offrite deve essere personalizzato alle loro esigenze specifiche. La cosa più importante è essere presenti e disponibili per loro in questo momento difficile.

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Le carte Dixit: l’uso delle immagini come strumento per conoscersi meglio e raccontarsi. 

Dixit è un gioco di carte creato nel 2002 dal neuropsichiatra infantile Jean-Louis Roubira. Il gioco consiste in un mazzo di 84 carte illustrate con immagini surreali e astratte e consiste nel far indovinare agli altri giocatori la carta da scelta utilizzando una parola o una frase che la descrivono.

Recentemente, le carte Dixit sono state utilizzate anche in ambito psicoterapeutico, sia con adulti che con bambini, perché il gioco permette di esplorare la creatività e la fantasia dei pazienti, stimolando la comunicazione e la cooperazione. Inoltre, le immagini astratte delle carte possono essere utilizzate come supporto per lavorare su emozioni e pensieri inconsci.

Carte Dixit

In psicoterapia, le carte Dixit possono essere utilizzate in diversi modi, ad esempio come strumento per:

  • Sviluppare la capacità di comunicare in modo efficace,
  • Migliorare la capacità di ascolto attivo,
  • Lavorare sull’espressione delle emozioni,
  • Sviluppare la creatività e la fantasia,
  • Stimolare la cooperazione e la socializzazione,
  • Sviluppare la capacità di problem solving.

L’uso delle carte Dixit nelle sedute è un’ottima scelta perché permette di lavorare su diverse tematiche in modo ludico, stimolando la partecipazione attiva dei pazienti e rendendo il processo terapeutico più coinvolgente.

Le carte Dixit sono uno strumento versatile che può essere utilizzato in diversi contesti terapeutici, come la terapia individuale, di coppia o di gruppo.

Inoltre, ci sono diversi studi e ricerche che hanno esplorato l’uso delle carte Dixit in ambito terapeutico, sia con adulti che con bambini, e che hanno evidenziato i suoi benefici per la crescita personale e la risoluzione dei problemi. È importante però sottolineare che, come per qualsiasi strumento terapeutico, è fondamentale che l’uso delle carte Dixit sia integrato in una terapia e sia condotto da un professionista formato e specializzato.

E tu, conoscevi le carte Dixit?

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BULLISMO

Il bullismo è un fenomeno diffuso nelle scuole di tutto il mondo, comprese quelle italiane. Secondo l’Indagine nazionale sulla violenza a scuola, condotta dal Ministero dell’Istruzione nel 2018, il 40% degli studenti italiani ha dichiarato di aver subito almeno un episodio di bullismo negli ultimi tre mesi.

Il bullismo è stato segnalato con maggiore frequenza nelle scuole medie inferiori (48%) rispetto alle scuole medie superiori (32%) e alle scuole elementari (17%).

Il bullismo è un comportamento intenzionalmente dannoso verso una persona o un gruppo di persone, che viene ripetuto nel tempo. Nelle scuole, il bullismo può assumere le seguenti forme:

  • Fisica: aggressioni fisiche, come spintoni, schiaffi, pugni, calci;
  • Verbale: insulti, minacce, diffamazione, esclusione sociale;
  • Relazionale: esclusione sociale, ostracismo, gossip;
  • Online: cyberbullismo, ovvero il bullismo che avviene tramite i mezzi di comunicazione digitale, come ad esempio social media, chat, SMS, e-mail.

Il bullismo verbale è stato segnalato come la forma di bullismo più comune (80%), seguito dal bullismo relazionale (47%) e dal bullismo fisico (18%). Il bullismo online è stato segnalato dal 9% degli studenti.

Il bullismo può avere gravi conseguenze per le vittime, come ad esempio il danno all’autostima, l’ansia, la depressione, il senso di isolamento, e in alcuni casi può persino portare al suicidio. È importante che le scuole adottino misure efficaci per prevenire il bullismo e proteggere gli studenti.

Non esiste un profilo specifico di un “bullo scolastico”. I bulli possono avere diverse caratteristiche e possono agire in modo diverso in base alla situazione. Tuttavia, alcune caratteristiche che possono essere associate ai bulli scolastici includono:

  • Bassa autostima: i bulli possono agire in modo aggressivo per nascondere le loro insicurezze e aumentare la loro autostima;
  • Bisogno di potere e controllo: i bulli possono cercare di sottomettere gli altri per sentirsi forti e potenti;
  • Assenza di empatia: i bulli possono avere difficoltà a mettersi nei panni degli altri e a comprendere le loro emozioni;
  • Assenza di regole: i bulli possono avere scarsa considerazione per le regole e per gli altri, e possono agire senza tenere conto delle conseguenze delle loro azioni;
  • Storia familiare di violenza: i bulli possono essere stati vittime o testimoni di violenza in famiglia, e questo può influire sul loro comportamento.

È importante sottolineare che queste caratteristiche non sono presenti in tutti i bulli, e che non tutte le persone che presentano queste caratteristiche diventeranno bulli. Inoltre, i bulli possono cambiare e migliorare il loro comportamento con l’aiuto di un supporto adeguato.

I trattamenti che possono aiutare i bulli scolastici dipendono dalle cause sottostanti al loro comportamento aggressivo. Alcuni trattamenti che possono essere utili per i bulli scolastici sono:

  • Terapia cognitivo-comportamentale: questo tipo di terapia può aiutare i bulli a identificare e modificare i pensieri e le emozioni che stanno alla base del loro comportamento aggressivo;
  • Terapia familiare: se il bullismo è legato a problemi all’interno della famiglia, la terapia familiare può aiutare a risolvere questi problemi e a promuovere un ambiente più sano e positivo in casa;
  • Interventi di gruppo: il lavoro di gruppo con altri adolescenti che hanno problemi di comportamento simili può aiutare i bulli a sviluppare nuove abilità sociali e a imparare a gestire le loro emozioni in modo più adeguato;
  • Supporto scolastico: se il bullismo è legato a difficoltà scolastiche o a un ambiente scolastico poco sostenibile, il supporto scolastico può aiutare il bullo a migliorare il rendimento scolastico e a trovare un ambiente più positivo dove sviluppare le proprie abilità.

Inoltre, si devono aiutare anche i bambini che sono stati bullizzati in funzione della quantità e dell’intensità degli episodi di bullismo di cui sono stati vittime.

E’ fondamentale che le scuole lavorino in modo collaborativo con le famiglie e i servizi sociali per garantire un supporto continuativo e integrato alle vittime e ai bulli.

Se si sospetta o si scopre che un figlio è un bullo, è importante che le famiglie intervengano per aiutare il figlio a cambiare il suo comportamento e per proteggere gli altri dal suo comportamento aggressivo.

Invece, se si sospetta o si scopre che un figlio è vittima di bullismo, è importante che le famiglie intervengano per proteggere il figlio dal bullismo e per aiutarlo a superare le conseguenze negative.

Ogni caso di bullismo è unico e le famiglie devono trovare la soluzione più adeguata alle esigenze del figlio. Inoltre, è fondamentale che le famiglie lavorino in modo collaborativo con la scuola e con altri servizi per garantire un supporto continuativo e integrato al figlio.

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