L’IMPORTANZA E I BENEFICI DELLA TERAPIA FAMILIARE

Una chiave per il benessere di tutti i membri della famiglia

INTRODUZIONE

La terapia familiare è un approccio terapeutico che si concentra sulle dinamiche e sulle interazioni tra i membri di una famiglia, al fine di favorire il benessere e la crescita di ogni individuo all’interno del sistema familiare. In questo articolo, esploreremo l’importanza della terapia familiare e i suoi numerosi benefici per i membri della famiglia, sia individualmente che nel loro insieme.

1. MIGLIORAMENTO DELLE RELAZIONI FAMILIARI

Uno degli obiettivi principali della terapia familiare è quello di migliorare le relazioni tra i membri della famiglia. Attraverso il dialogo e la comprensione delle dinamiche familiari, il terapeuta aiuta i membri a sviluppare una comunicazione più efficace, a risolvere i conflitti e a costruire relazioni più solide e sane.

2. SVILUPPO DI ABILITÀ DI PROBLEM-SOLVING

La terapia familiare aiuta i membri a sviluppare abilità di problem-solving, insegnando loro come affrontare e risolvere i problemi in modo costruttivo. Questo può portare a una migliore gestione dello stress e a una maggiore resilienza di fronte alle difficoltà della vita.

3. GESTIONE DI PROBLEMI SPECIFICI

La terapia familiare può essere particolarmente utile nel trattare problemi specifici come  dipendenze, traumi, problemi comportamentali e difficoltà scolastiche. In questi casi, il terapeuta lavora con la famiglia per sviluppare strategie efficaci per affrontare e superare tali sfide.

4. RAFFORZAMENTO DELL’AUTOSTIMA E DEL SOSTEGNO EMOTIVO

La terapia familiare può contribuire a rafforzare l’autostima e il sostegno emotivo tra i membri della famiglia. Quando i membri si sentono sostenuti e valorizzati all’interno della famiglia, è più probabile che abbiano successo nel raggiungimento dei loro obiettivi e nel superamento delle difficoltà personali.

5. PROMOZIONE DELLA CRESCITA INDIVIDUALE E DEL CAMBIAMENTO

La terapia familiare incoraggia la crescita individuale e il cambiamento, permettendo ai membri di acquisire una migliore comprensione di sé e degli altri. Inoltre, il terapeuta aiuta i membri a sviluppare strategie per gestire i cambiamenti all’interno della famiglia, come l’arrivo di un nuovo membro, una separazione o un lutto.

CONCLUSIONE

In conclusione, la terapia familiare è uno strumento prezioso per migliorare la qualità delle relazioni e il benessere di tutti i membri della famiglia. Attraverso il lavoro con un terapeuta esperto, le famiglie possono imparare a comunicare in modo più efficace, sviluppare abilità di problem-solving e affrontare sfide specifiche, il tutto mentre rafforzano l’autostima e il sostegno emotivo.

BIBLIOGRAFIA

1. Minuchin, S. (1974). Families and Family Therapy. Harvard University Press.

2.Nichols, M. P., & Schwartz, R. C. (2017). Family Therapy: Concepts and Methods. Pearson.

3. Bowen, M. (1978). Family Therapy in Clinical Practice. Jason Aronson.

4. Carr, A. (2019). Family Therapy: 100 Key Points and Techniques. Routledge.

5. Haley, J. (2012). Problem-Solving Therapy. Jossey-Bass.

6. Imber-Black, E., & Roberts, J. (2003). Rituals in Families and Family Therapy. W. W. Norton & Company.

7. Gurman, A. S., & Kniskern, D. P. (Eds.). (2014). Handbook of Family Therapy. Routledge.

CONTATTA LA DOTT.SSA VANESA ROJAS AL 339-2509358

EVENTO EN ESPANOL

Evento en español

Hola a todos! Buenos días.

📚Los queremos invitar a la presentación de nuestro primer libro sobre miedos infantiles.

🗓El evento será el viernes 17 de septiembre a las 17 horas Argentina, por Zoom.

👩‍💻📩Para participar, por favor inscribirse en: interv.comunidad1@cpsi.org.ar

Hay tiempo hasta el miércoles 15.

📢Pd. Se agradece difusión a personas que puedan estar interesadas en la temática que abordaremos (miedos en la infancia).

Muchas gracias

Los esperamos! 😀

Vanesa y Patricia

Colegio de psicologo de Bs. As. (Argentina).

L’IMPORTANZA DI ASCOLTARE I FIGLI, QUALI ATTEGGIAMENTI ASSUMERE?

Molti genitori si lamentano che i loro figli non parlano con loro. Gli specialisti ritengono che questo fenomeno non sia solo una questione di personalità del bambino, ma, spesso, sia dovuto a errori dei genitori.

È normale che ci siano bambini meno comunicativi di altri, ma a volte siamo noi stessi a favorire questa mancanza di comunicazione, perché non sempre sappiamo ascoltarli.

Come adulti identifichiamo facilmente quando qualcuno non ci presta attenzione o non sembra interessato a quello che stiamo dicendo. Anche i bambini si accorgono di questo disinteresse.

L’importanza di una comunicazione efficace con i bambini inizia prima della nascita, di fatto si è dimostrato che il feto può riconoscere la voce della madre.  Secondo gli esperti, ascoltare i nostri figli è importante quanto dar loro una carezza. Per un bambino, sentirsi ascoltato significa potersi fidare di chi lo ascolta.

Stiamo davvero ascoltando i nostri figli con attenzione o solo per obbligo?

Mostriamo interesse in quello che ci dicono?

È tipico dire: “Me lo dici più tardi, ora sono occupato”, senza considerare che quello che vuole dirci forse per lui è importante. Senza rendercene conto potremmo ripetere questo schema regolarmente e ciò indurrà il piccolo a pensare che parlare con i suoi genitori sia uno sforzo inutile.

DOTT.SSA VANESA ROJAS

Come comportarsi?

NON COSTRINGERLO A PARLARE

Perché il bambino ti parli devi aver guadagnato la sua fiducia; non aspettare che ti dica le cose per forza. Quindi nessun ultimatum o richieste brusche. 

CERCA DI NON INTERROMPERLO

Ricordiamoci che ai bambini non è facile trovare le parole giuste per esprimersi.

È quindi importante aspettare che finiscano di parlare per chiedere o commentare.

Oltre ad essere un buon esercizio di comunicazione, è una delle chiavi per imparare ad ascoltare.

PRATICA L’ASCOLTO ATTIVO

Il metodo dell’ascolto attivo consiste in una serie di misure atte a migliorare la comunicazione con i bambini, mostrando un vero interesse per quello che dicono, mettendosi alla loro altezza, guardandoli negli occhi e conversando con loro.

EVITA DI GIUDICARLO

Anche se non siamo d’accordo con quello che ci dice, è bene aspettare che finisca ed evitare di giudicarlo.

Prenditi un po’ di tempo per ascoltarli, senza “distrattori” come la TV o il cellulare.

Alleniamoci!

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SEMINARE E COLTIVARE PENSIERI DI BUONA QUALITÀ

Come ci rapportiamo con i nostri pensieri? Vi capita di essere sopraffatti da pensieri negativi? Cosa possiamo fare?

La nostra mente è molto abile nel convertire l’informazione sensoriale in un pensiero, questo avviene spesso in base all’esperienza soggettiva.

Ognuno di noi semina e coltiva determinati tipi di pensieri, se seminiamo e coltiviamo quelli positivi, daranno buoni frutti,  mentre se seminiamo pensieri negativi o trascuriamo quelli positivi, dal nostro giardino fioriranno pensieri negativi e dannosi.

I pensieri negativi ci tormentano, ci limitano e condizionano le nostre scelte. I pensieri hanno il potere che noi gli diamo.

COLTIVARE PENSIERI POSITIVI

CHE COSA SONO I PENSIERI IRRAZIONALI NEGATIVI?

Secondo Albert Ellis, famoso psicologo statunitense creatore della terapia razionale emotiva comportamentale, i pensieri irrazionali negativi sono pensieri automatici e dannosi che ci portano ad avere reazioni emotive esageratamente negative in rapporto a una data situazione e ci rappresentano in modo non realistico gli eventi, distorcendoli.

Ellis, afferma che tanto le emozioni, quanto i comportamenti, sono il prodotto delle convinzioni di un individuo e della sua interpretazione della realtà.

COSA POSSIAMO FARE CON I PENSIERI NEGATIVI?

Sappiamo che non è sempre facile favorire i pensieri positivi, ma con un allenamento regolare e una pratica costante si può imparare a essere meno in balia delle proprie emozioni. È importante riconoscere i pensieri negativi per superare le emozioni spiacevoli, cioè diventare consapevoli della qualità di questi pensieri e delle emozioni ad essi associate.

La prima cosa che dobbiamo fare è riconoscere questi pensieri negativi, quando si presentano, e cercare di individuare la causa che li ha provocati. Successivamente, bisogna “attaccare” tali pensieri negativi e sostituirli con altri pensieri costruttivi e positivi che permettano di raggiungere un benessere emotivo.

ALCUNE DOMANDE CHE CI POSSIAMO FARE:

  • Quanto è reale quello che penso?
  • Questo modo di pensare mi aiuta a stare meglio?
  • Pensare che certe cose sono insopportabili, mi aiuta a superare meglio le difficoltà?
  • Quale potrebbe essere un altro modo di considerare questa situazione?

Porsi domande su questi pensieri negativi ci permette di sostituire i vecchi schemi mentali con altri nuovi che producono emozioni soddisfacenti.

RICONOSCIAMO I NOSTRI PENSIERI, ESAMINIAMOLI E METTIAMOLI SOTTO LA LENTE DI INGRANDIMENTO

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Insegnare al bambino a risolvere problemi e conflitti

Per un bambino è difficile risolvere un problema o un conflitto se non gli è stato insegnato a gestire i momenti difficili.

Un problema o un conflitto sono situazioni che implicano difficoltà a cui si associano emozioni negative come: impotenza, ansia, tensione, ecc.

I problemi ed i conflitti fanno parte della vita del bambino e sono legati a diversi bisogni e desideri. 

Di solito sono vissuti come qualcosa di assolutamente negativo, in realtà possono rappresentare un’opportunità di apprendimento.

Il bambino, affrontandoli e superandoli, svilupperà le abilità sociali, l’empatia, l’ascolto, il dialogo; imparerà a prendere decisioni, a negoziare e, soprattutto, ad affrontare le difficoltà della vita. Riuscirà quindi a risolvere problemi e conflitti in modo positivo e costruttivo.

Si deve tener presente che una gestione erronea dei problemi e dei conflitti può avere un effetto negativo sullo sviluppo emotivo del bambino, sui suoi rapporti con gli altri, sull’apprendimento e sulla sua autostima.

Cosa possono fare i genitori per aiutare i loro figli a risolvere problemi e conflitti? Queste sono alcune indicazioni basiche:

  • Identificate il problema o il conflitto insieme a vostro figlio;
  • Aiutatelo a esprimere come si sente e cosa pensa;
  • Aiutatelo a capire il punto di vista dell’altro;
  • Cercate e valutate con lui diverse possibili soluzioni (Brain Storming);
  • Scegliete insieme a lui la soluzione migliore;
  • Aiutatelo a mettere in pratica la soluzione scelta. Proviamo!

I bambini con questo allenamento si sentono valorizzati e compresi e diventano capaci di trovare autonomamente soluzioni ai loro conflitti.

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L’ AUTOSTIMA

L’autostima è un tema molto importante in psicologia, soprattutto nell’età evolutiva, dato che influenza lo sviluppo del bambino.

Nessuno nasce con l’autostima alta o bassa, l’autostima è il prodotto di una costruzione personale. In altre parole, l’autostima si sviluppa durante la crescita, di cui l’infanzia e l’adolescenza sono le fasi cruciali.

AUTOSTIMA VANESA ROJAS
AUTOSTIMA

PERCHÉ È IMPORTANTE L’AUTOSTIMA?

Un’autostima positiva è molto importante per il bambino, poiché garantirà il suo benessere e favorirà un sano sviluppo. Inoltre:

  • L’autostima è la base dell’intelligenza emotiva che lo aiuterà a conoscere, accettare e gestire le proprie emozioni;
  • È la base delle sue relazioni e interazioni sociali perché l’autostima gli consentirà di non lasciarsi trasportare dagli altri, di rispondere in modo adeguato e di non essere manipolato;
  • Un’ autostima positiva lo aiuterà a raggiungere i suoi obiettivi, poiché non si arrenderà facilmente di fronte a frustrazioni o fallimenti, che sarà in grado di tollerare, senza sentirsi in colpa, e di avere fiducia delle proprie capacità;

Per queste ragioni, noi adulti dobbiamo promuovere lo sviluppo di una sana autostima nei bambini.

CONSIGLI PER SVILUPPARE L’AUTOSTIMA DEI BAMBINI

Tanti genitori mi chiedono come possono favorire e aumentare l’autostima dei propri figli. Ecco alcuni consigli:

·       Fallo sentire importante, rispettato ed evidenzia sempre le sue positività;

·       Tieni in considerazione le sue idee, opinioni e aiutalo a esprimerle;

·       Fai attenzione su come tuo figlio percepisce l’immagine che hai di lui;

·       Misura le parole che usi ed evita attribuzioni negative;

·       Se devi muovere una critica, fallo in modo costruttivo e che riguardi il fatto e non il bambino;

·       Fai sempre dei complimenti credibili e gratificanti;

·       Evita le etichette ed i confronti.

Pensi che tuo figlio possa avere una bassa autostima? Non sai come aiutarlo?

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