LUTTO E SEPARAZIONI NELLA VITA DEI BAMBINI E DEGLI ADOLESCENTI

Il lutto e la separazione sono eventi difficili da affrontare per tutti, ma possono essere particolarmente traumatici per i bambini e per gli adolescenti.

In caso di lutto o separazioni, i bambini e gli adolescenti possono sperimentare una vasta gamma di emozioni negative come: tristezza, ansia, colpa, rabbia e senso di perdita. Questi sentimenti possono influire negativamente sul loro benessere emotivo e psicologico, compromettendo la loro capacità di affrontare le sfide quotidiane e di sviluppare relazioni sane.

Ecco alcuni consigli per aiutare i bambini e gli adolescenti a gestire il lutto e le separazioni.

Siate onesti: I bambini e gli adolescenti hanno bisogno di sapere cosa sta accadendo e di avere informazioni affidabili.

Siate disponibili: Fornite loro un supporto emotivo e fisico. Ascoltateli e rispondete alle loro domande.

Validate i loro sentimenti: Riconoscete i loro sentimenti e fate loro sapere che è normale sentirsi tristi, arrabbiati o confusi in queste situazioni.

Mantenete una routine: La routine aiuta a dare stabilità e sicurezza ai bambini e agli adolescenti.

Coinvolgeteli in attività che li facciano sentire positivi: Aiutateli a concentrarsi su cose che li fanno sentire felici e positivi.

Fornite loro opportunità per esprimersi: Incoraggiateli a parlare delle loro emozioni o a scrivere o disegnare i loro sentimenti.

Considerate l’aiuto professionale: Se i bambini o gli adolescenti stanno avendo difficoltà a gestire il lutto o la separazione, considerate l’idea di rivolgervi a un professionista della salute mentale, che sarà in grado di fornire supporto e consigli specifici per la situazione unica di ogni bambino o adolescente.

Lo psicologo può aiutare i giovani a elaborare il loro lutto e a gestire le loro emozioni attraverso la terapia. Questo può comportare la rielaborazione dei ricordi del defunto o delle circostanze della separazione, l’identificazione delle fonti di stress e dei pensieri negativi e la costruzione di nuove strategie di coping.

Inoltre, lo psicologo può fornire supporto ai genitori nella gestione delle difficoltà che possono sorgere durante una separazione o un lutto. Questo può includere la mediazione nella comunicazione tra i genitori, l’aiuto nella gestione dei conflitti e dei problemi pratici, e la consulenza per il supporto emozionale dei figli.

In generale, il supporto psicologico può aiutare i giovani a superare il lutto e a sviluppare una prospettiva più positiva, migliorando la loro capacità di affrontare le sfide future e di costruire relazioni sane e positive.

Ricordate che ogni bambino o adolescente reagirà in modo diverso e che il supporto che offrite deve essere personalizzato alle loro esigenze specifiche. La cosa più importante è essere presenti e disponibili per loro in questo momento difficile.

Contatta la dott.ssa Vanesa Rojas al cell. 339-250.9358

BULLISMO

Il bullismo è un fenomeno diffuso nelle scuole di tutto il mondo, comprese quelle italiane. Secondo l’Indagine nazionale sulla violenza a scuola, condotta dal Ministero dell’Istruzione nel 2018, il 40% degli studenti italiani ha dichiarato di aver subito almeno un episodio di bullismo negli ultimi tre mesi.

Il bullismo è stato segnalato con maggiore frequenza nelle scuole medie inferiori (48%) rispetto alle scuole medie superiori (32%) e alle scuole elementari (17%).

Il bullismo è un comportamento intenzionalmente dannoso verso una persona o un gruppo di persone, che viene ripetuto nel tempo. Nelle scuole, il bullismo può assumere le seguenti forme:

  • Fisica: aggressioni fisiche, come spintoni, schiaffi, pugni, calci;
  • Verbale: insulti, minacce, diffamazione, esclusione sociale;
  • Relazionale: esclusione sociale, ostracismo, gossip;
  • Online: cyberbullismo, ovvero il bullismo che avviene tramite i mezzi di comunicazione digitale, come ad esempio social media, chat, SMS, e-mail.

Il bullismo verbale è stato segnalato come la forma di bullismo più comune (80%), seguito dal bullismo relazionale (47%) e dal bullismo fisico (18%). Il bullismo online è stato segnalato dal 9% degli studenti.

Il bullismo può avere gravi conseguenze per le vittime, come ad esempio il danno all’autostima, l’ansia, la depressione, il senso di isolamento, e in alcuni casi può persino portare al suicidio. È importante che le scuole adottino misure efficaci per prevenire il bullismo e proteggere gli studenti.

Non esiste un profilo specifico di un “bullo scolastico”. I bulli possono avere diverse caratteristiche e possono agire in modo diverso in base alla situazione. Tuttavia, alcune caratteristiche che possono essere associate ai bulli scolastici includono:

  • Bassa autostima: i bulli possono agire in modo aggressivo per nascondere le loro insicurezze e aumentare la loro autostima;
  • Bisogno di potere e controllo: i bulli possono cercare di sottomettere gli altri per sentirsi forti e potenti;
  • Assenza di empatia: i bulli possono avere difficoltà a mettersi nei panni degli altri e a comprendere le loro emozioni;
  • Assenza di regole: i bulli possono avere scarsa considerazione per le regole e per gli altri, e possono agire senza tenere conto delle conseguenze delle loro azioni;
  • Storia familiare di violenza: i bulli possono essere stati vittime o testimoni di violenza in famiglia, e questo può influire sul loro comportamento.

È importante sottolineare che queste caratteristiche non sono presenti in tutti i bulli, e che non tutte le persone che presentano queste caratteristiche diventeranno bulli. Inoltre, i bulli possono cambiare e migliorare il loro comportamento con l’aiuto di un supporto adeguato.

I trattamenti che possono aiutare i bulli scolastici dipendono dalle cause sottostanti al loro comportamento aggressivo. Alcuni trattamenti che possono essere utili per i bulli scolastici sono:

  • Terapia cognitivo-comportamentale: questo tipo di terapia può aiutare i bulli a identificare e modificare i pensieri e le emozioni che stanno alla base del loro comportamento aggressivo;
  • Terapia familiare: se il bullismo è legato a problemi all’interno della famiglia, la terapia familiare può aiutare a risolvere questi problemi e a promuovere un ambiente più sano e positivo in casa;
  • Interventi di gruppo: il lavoro di gruppo con altri adolescenti che hanno problemi di comportamento simili può aiutare i bulli a sviluppare nuove abilità sociali e a imparare a gestire le loro emozioni in modo più adeguato;
  • Supporto scolastico: se il bullismo è legato a difficoltà scolastiche o a un ambiente scolastico poco sostenibile, il supporto scolastico può aiutare il bullo a migliorare il rendimento scolastico e a trovare un ambiente più positivo dove sviluppare le proprie abilità.

Inoltre, si devono aiutare anche i bambini che sono stati bullizzati in funzione della quantità e dell’intensità degli episodi di bullismo di cui sono stati vittime.

E’ fondamentale che le scuole lavorino in modo collaborativo con le famiglie e i servizi sociali per garantire un supporto continuativo e integrato alle vittime e ai bulli.

Se si sospetta o si scopre che un figlio è un bullo, è importante che le famiglie intervengano per aiutare il figlio a cambiare il suo comportamento e per proteggere gli altri dal suo comportamento aggressivo.

Invece, se si sospetta o si scopre che un figlio è vittima di bullismo, è importante che le famiglie intervengano per proteggere il figlio dal bullismo e per aiutarlo a superare le conseguenze negative.

Ogni caso di bullismo è unico e le famiglie devono trovare la soluzione più adeguata alle esigenze del figlio. Inoltre, è fondamentale che le famiglie lavorino in modo collaborativo con la scuola e con altri servizi per garantire un supporto continuativo e integrato al figlio.

CONTATTA LA DOTT.SSA VANESA ROJAS AL 339.250.9358

LE ABILITÀ SOCIALI NEI BAMBINI

Poniamoci una semplice domanda: “Come imparano davvero i nostri piccoli?”.

Secondo molti studi sulla psicologia sociale ed in particolare quelli di Albert Bandura, i bambini sviluppano la maggior parte del loro apprendimento attraverso l’osservazione, l’imitazione e l’interazione continua.

Le abilità sociali sono un insieme di comportamenti che ci consentono di stabilire relazioni appropriate con gli altri e risolvere i conflitti. Queste abilità iniziano a svilupparsi fin dalla prima infanzia, grazie alle relazioni che i bambini instaurano con le persone che si prendono cura di loro e continueranno durante lo sviluppo in base alle esperienze che hanno con i loro coetanei.

I bambini sono carichi di emozioni, sentimenti, idee e percezioni soggettive che influenzeranno i loro comportamenti nelle interazioni con gli altri. 

Molte sono le capacità che compongono le abilità sociali nei bambini, tra queste troviamo:

  • Risoluzione dei conflitti;
  • Autocontrollo emotivo;
  • Assertività;
  • Comunicazione;
  • Cooperazione;
  • Empatia.

Fin dalla nascita la famiglia (genitori, fratelli, nonni, zii, cugini, ecc.) sarà il contesto di riferimento, dove i bambini impareranno a sviluppare le loro capacità sociali.

L’importanza delle abilità sociali risiede nell’adattamento del bambino ai diversi ambienti in cui opera: scuola, famiglia, gruppo di coetanei, ecc. Tutte queste capacità sono importanti, tuttavia, due di esse sono particolarmente rilevanti: l’empatia e l’assertività.

L‘empatia è la capacità di porsi nel punto di vista di un’altra persona e agire secondo i sentimenti dell’altro. Richiede un’adeguata comprensione emotiva ed è la chiave del successo nelle prestazioni sociali.

L’assertività è la capacità di difendere i propri diritti e interessi senza danneggiare quelli degli altri. Empatia e assertività vanno di pari passo e trovare l’equilibrio tra entrambe è essenziale per risolvere con successo i conflitti sociali che sorgono nel corso della vita.

Il modo in cui i bambini si relazionano con i loro coetanei nei primi anni di vita è fondamentale per il loro sviluppo e adattamento. Per questo motivo è molto importante che i bambini riescano a sviluppare abilità sociali, necessarie per condurre una vita armoniosa e appagante con gli altri.

Fin dalla nascita le persone cercano di relazionarsi e creare legami affettivi, che saranno la base per acquisire tutte quelle abilità che li definiranno adulti. L’influenza di altre persone e le esperienze vissute in diverse situazioni sociali, li aiuteranno a sviluppare quei legami. Questo è noto come processo interattivo.

I bambini iniziano a sentire il bisogno di relazionarsi con gli altri a partire dai tre anni; però fino ai sei anni, queste relazioni non sono ancora forti e non sono in grado di generare legami stretti o permanenti.

Quando i bambini raggiungono l’età di nove anni, queste relazioni si rafforzano permettendo loro di formare gruppi più stabili e di rafforzare i legami emotivi. La scuola è un luogo vitale per il corretto sviluppo evolutivo dei bambini, sia cognitivamente che socialmente.

Il passaggio attraverso la scuola segna il carattere e la formazione della personalità di ogni bambino. Ci sono molti casi in cui il bambino non vive in un ambiente stabile e strutturato. In questi casi, la scuola diventa uno strumento indispensabile per costruire una personalità adeguata al raggiungimento della vita adulta.

CONTATTA LA DOTT.SSA VANESA ROJAS AL 339-250.9358