IL RAPPORTO TRA MADRE E FIGLI, QUEL FILO CHE CI COLLEGA

Nasciamo immersi nell’amore di chi ci fa entrare nella vita. Da quell’amore veniamo avvolti e cullati. Nutriti e accuditi. L’amore che ci tiene, mantiene e sostiene quando siamo ancora in grado di farlo da soli è ciò che costruisce in noi la dimensione della sicurezza e della protezione che ci permette di fidarci e affidarci alla vita”, riferisce Pellai nel suo Libro “Io Gomitolo, Tu Filo”.

Il legame affettivo che si crea tra madri e figli è essenziale per il successivo sviluppo psicologico, emotivo e sociale dei minori. Attraverso questo legame d’amore e attaccamento si regola il mondo emozionale dei piccoli, oltre a facilitare il futuro sviluppo delle relazioni con gli altri. Questo legame agisce come un fattore di protezione, a condizione che sia stabilito in modo sano, sicuro e stabile nel tempo.

Esistono molti modi che possono facilitare l’instaurazione di un tipo di attaccamento sicuro tra madri e figli. Per esempio, se la figura dell’attaccamento dispone di un buon repertorio di strumenti di gestione emotiva propri, favorirà lo sviluppo di un modello efficace per la gestione delle emozioni dei figli. È importante che i figli percepiscano la disponibilità fisica e soprattutto emotiva della madre in qualsiasi situazione da loro ritenuta come stressante o pericolosa. Questo rapporto può essere rafforzato attraverso numerosi comportamenti come il gioco condiviso, la gestione dei conflitti in un clima di comunicazione sereno e basato sul dialogo e l’esistenza di un sistema di regole flessibili ma ferme, che aiutino a inquadrare il bambino nella sua posizione nella famiglia e nel mondo.

Pertanto, qualsiasi situazione che dia al bambino la sensazione di sentirsi accudito, accompagnato e sicuro, implicherà un rafforzamento del legame tra madri e figli.

Libro di Alberto Pellai

Una bella storia che parla del legame tra madre e figlio è quella che ci propone Alberto Pellai nel suo libro: “Io gomitolo, tu filo”, una narrazione delicata che ripercorre tutte le tappe del percorso di crescita attraverso cui il bambino comincia a esplorare il mondo per comprenderle appieno e imparare a viverle con serenità.

Amare e accompagnare un figlio nella vita significa insegnargli a staccarsi da noi, avendogli fornito la certezza che noi rappresenteremo per sempre la base sicura, il porto verso cui potrà dirigere la sua navigazione quando le onde diventeranno pericolose o il mare della vita diventerà tempesta. Questa certezza rappresenta per lui la fonte della sua sicurezza emotiva e gli permetterà di diventare un esploratore del mondo, un appassionato protagonista di relazioni, un soggetto desideroso di andare incontro al nuovo, al bello e all’ignoto che riempie ogni giorno del suo presente e del suo futuro (Pellai, A. Io Gomitolo, Tu Filo. Ed. De Agostini, 2021).

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Stai “coltivando” le tue preoccupazioni?

Le preoccupazioni fanno parte del nostro vivere quotidiano. E’ naturale preoccuparsi fino a un certo punto, ma quando le preoccupazioni diventano eccessive, persistenti e incontrollabili ci creano stress, malessere ed ansia.
Le nostre preoccupazioni sono come semi in un giardino. Se seminiamo pensieri positivi, raccoglieremo emozioni che ci fanno stare bene. Se coltiviamo pensieri negativi, invece, cresceranno paura e tristezza.
Per aumentare il nostro benessere e per allenarci a sfidare le preoccupazioni dobbiamo porci alcune domande:
• Cosa c’è di vero in quello che penso?
• C’è un modo più positivo e realistico di vedere la situazione?
• Qual è la probabilità che accada davvero quello che mi spaventa?
• È utile questo pensiero?
• Ci sono esagerazioni nel mio modo di pensare?

Alleniamoci!

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L’IMPORTANZA DI CONOSCERE SÉ STESSI

L’autoconoscenza è un concetto molto usato nella psicologia e nell’ambito dello sviluppo personale in riferimento alla capacità di una persona di riconoscersi come un individuo e di distinguersi dagli altri. In questo senso, l’autoconoscenza aiuta la costruzione di un’identità personale.

La parola è composta dal prefisso auto, che significa “da sé”, e dal sostantivo conoscenza, che è la capacità di apprendere per mezzo della ragione e dell’esperienza.

Ti sei mai chiesto chi sei? Che idea hai di te stesso? Che pensieri hai? Che emozioni provi?

Tutti crediamo che nessuno ci conosce meglio di noi stessi, ma questo non sempre è così, raramente ci fermiamo a riflettere su chi siamo. Se non abbiamo svolto un lavoro personale su noi stessi, potrebbe essere difficile parlare di quali sono i nostri punti di forza, le nostre debolezze, le nostre paure, il nostro talento, i nostri valori, i nostri obiettivi, ecc. Conoscersi è fondamentale per il nostro benessere psicologico ed emotivo.

Chi siamo è conseguenza di tutto quello che abbiamo vissuto e che stiamo vivendo, delle persone che passano attraverso la nostra vita, dei nostri valori, dei nostri pensieri ed emozioni. In definitiva delle nostre esperienze, sia positive che negative.

Conoscersi permette di sapere quello che vogliamo, sia nella vita quotidiana che nei grandi progetti. Permette di gestire meglio le nostre emozioni, anche nelle situazioni più difficili. Inoltre, l’autoconoscenza è strettamente legata all’intelligenza emotiva, poiché saper interpretare le nostre emozioni è legato all’autoregolazione e al miglioramento della salute mentale.

Conoscere sé stessi è anche molto importante per lo sviluppo personale. Questo ci aiuta a porci degli obiettivi e dei percorsi realistici. È alla base della nostra autostima, che a sua volta è fondamentale nel rapporto con noi stessi e con gli altri.

Conoscerci, sapere chi siamo, richiede tempo, e non sempre è piacevole. Talvolta possiamo scoprire in noi aspetti che ci imbarazzano o addirittura ci spaventano; idee che sembrano essere incoerenti e contraddittorie, ma che fanno anche parte di noi. Quando non accettiamo quelle parti di noi stessi che consideriamo negative, ci stiamo negando anche l’opportunità di migliorarle; e quindi di crescere a livello personale.

L’autoconoscenza è uno dei fondamenti dello sviluppo personale ed è basilare per poter regolare le nostre emozioni, relazionarci con gli altri e lavorare per raggiungere i nostri obiettivi.

L’autoconoscenza, influenza le nostre prestazioni, condiziona le nostre aspettative e la nostra motivazione; ci facilita l’accettazione di nostri aspetti che non ci piacciono e modificarli e per andare avanti e raggiungere i nostri obiettivi.

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